Queste raccomandazioni possono aiutare i familiari e le persone che si occupano del soggetto affetto da deterioramento cognitivo, a cercare di semplificare i problemi della vita quotidiana e a proseguire, in questo modo, il programma riabilitativo impostato con la collaborazione di tutte le persone vicine al soggetto.
E' importante sottolineare come il deficit dell’udito e della vista, possono ulteriormente aggravare i problemi del soggetto e portare al cosiddetto “ eccesso di disabilità).
E’ bene ricordare che questa è una delle aree cognitive più compromesse dalla malattia, quindi una situazione frequente è quella appunto di non ricordare ciò che accade in un breve spazio di tempo. Manca appunto, una sostanza ( neurotrasmettitore) che è la causa del disturbo di fissazione della memoria a breve termine mentre, in generale, i ricordi passati ( memoria a lungo termine) vengono maggiormente conservati. Pertanto una situazione frequente è quando il soggetto tende a ripetere e a perseverare nelle sue richieste, perché non ricorda di averla già fatta. In questi casi, può essere d’aiuto avere un’agenda, foglio grande dove annotare le cose richieste e cancellare quelle già risolte.
In base alla situazione della malattia, quest’area cognitiva può essere aggredita dal deterioramento cognitivo. E’ buona regolare cercare di utilizzare il linguaggio come una “protesi” ( anche la scrittura) per il cervello, come una riserva cognitiva che può aiutare il soggetto le difficoltà nelle altre aree cognitive più compromesse.
Nelle fasi più avanzate, è stato verificato che anche il semplice conversazionalismo ( il soggetto ha una struttura lessicale limitata) può aiutare il soggetto a mantenere un “ ponte levatotio” per comunicare con gli altri.
Per disorientamento si indica una condizione in cui il soggetto non è in grado di fornire le coordinate temporali e/o spaziali nelle quali si trova. In questo senso è importante:
Le persone con deficit cognitivo, possono presentare momenti di nervosismo e rapidi cambiamenti di umore soprattutto in situazioni nuove e confuse: gruppi di persone, ambienti rumorosi, troppe domande contemporaneamente, oppure compiti troppo difficili. Il soggetto può piangere, agitarsi, arrabbiarsi, o intestardirsi fino ad aggredire coloro che stanno cercando di aiutarlo. Può cercare di nascondere il proprio malessere negando quello che sta facendo o accusando gli altri.
Per evitare o limitare le azioni distruttive, dobbiamo prima di tutto accettare che questi comportamenti non sono dovuti alla testardaggine o alla cattiveria, ma rappresentano una reazione che una persona non è in grado di controllare. E’ pur vero che alcuni tratti del carattere ( positivi o negativi) possono essere enfatizzati dalla malattia. Il modo migliore per evitare reazioni distruttive è quello di prevenirle.
Tra le cause più frequenti i reazioni esagerate ricordiamo:
Nel caso in cui non si riesca a prevenire l’aggressività, è importante assumere un comportamento il più possibile calo, parlando con gentilezza e con un linguaggio semplice con un ritmo più lento, cercando di distrarre il soggetto.
In presenza di deliri e allucinazioni è opportuno con tatto e discrezione, di riportare il soggetto ad un rapporto corretto con la realtà. Talvolta questo comportamento può irritare, perché la persona si sente contraddetta in una cosa di cui è convinta. In altri casi può essere utile distrarre il soggetto.
Ogni cambiamento della routine quotidiana, degli spazi, è vissuto in modo più problematico è difficile da comprendere per il soggetto.
Una routine regolare, attività metodiche, aiutano a ridurre la confusione
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